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Il mitico passato...

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Messaggioda Paolo » 1 nov 2006, 16:37

Mi sono capitate fra le mani due immagini di altri tempi...

Siamo nei primi anni '80 e la voglia di verificare cosa si poteva vedere dalla montagna con i nostri bei telescopi appena comprati, gia' allora era tanta!

Nonostante fosse minore rispetto ad oggi, l'inquinamento luminoso era un problema presente e ben noto. Personalmente mi era capitato di osservare la bellezza del cielo notturno in diversi campi scout organizzati lontano da grosse citta'. Anche sui libri di astronomia veniva citato spesso che bisognava recarsi in montagna per fare osservazioni di buona qualita'.

Le foto che vedete sono relative ai campi astronomici del 1985 e 1986, ed erano i primi ad essere abbastanza organizzati e per i quali c'e' stata una grande partecipazione. In realta' questi sono stati preceduti da altri due campi nel 1983 e 1984 (Gran Sasso e Parco Nazionale d'Abruzzo) che ci hanno insegnato quali potevano essere i nemici dell'astrofilo itinerante. A Campo Imperatore abbiamo conosciuto il vento, ma quello forte, non la solita brezza. Tanto forte da lacerare la tenda e a costringerci a passare tutta la notte "attaccati" ai vertici della tenda per evitare che volasse via. Al Parco Nazionale invece abbiamo dovuto fare i conti con l'umidita' (chi lo sapeva a che serviva il paraluce?).

1985, Internet non era ancora nelle case. Decidemmo per un annuncio su L'Astronomia (allora diretta da Hack e Lamberti). Risposero in tanti e nell'estate ci incontrammo a Campo Felice Prato Capito, localita' scelta per l'evento. Parteciparono astrofili da tutta l'Italia, Milano, Firenze, Modena, Roma, Avezzano, Ascoli Piceno... Peccato che in queste foto non compaiano tutti...

Immagine

Ne e' passato di tempo... e io non ricordo il nome di tutti. Sarei grato se qualcuno mi desse una mano.

Da sinistra: tagliato vicino al bordo, Pino Aliberti (L'Aquila), Mario Villani (L'Aquila), non ricordo il nome dell'astrofilo con il giubbino blu (mi sembra fosse di Ascoli), Umberto Sollecchia (L'Aquila), irriconoscibile l'astrofilo che gioca a nascondino con il C8 di Umberto, io ('mmazza quanti capelli), Maurizio Morricone (S.Benedetto del Tronto), Fabio Letta (Avezzano), Paolo Ruscitti (Avezzano), Gianluca di Renzo (Avezzano) con il suo mostruoso (consideriamo anche i tempi) dobson da 45 cm.

Mancano nelle foto diversi altri astrofili tra cui Gabriella Ferri (Firenze) e Piergiorgio Lazzaretto (Milano), squisite persone che ricordo sempre volentieri. L'attivita' svolta e' stata raccontata sul n. 50 de L'Astronomia, dicembre 1985.

1986. La positiva esperienza dell'anno precedente ci ha spinto a riorganizzare il campo.

Immagine

Da sinistra in piedi: il primo, con il cappellino giallo, e' uno di quelli di cui non ricordo il nome, poi c'e' il papa' di Maurizio Nagni (Roma), io (con la tuta da metalmeccanico), il ragazzino di cui non ricordo il nome, il nostro Paolo Ruscitti (Avezzano), Francesco Caizzi (Modena), Maurizio Nagni (Roma), Gianluca Di Renzo (Avezzano) e Pietro Marchionni (Roma). In basso Alberto Poli (Ascoli Piceno), Mario Villani (L'Aquila) ed infine il ragazzo di cui non ricordo il nome.

Su suggerimento di Maurizio Morricone, i campi astronomici sono poi proseguiti a Fonte Vetica, dove avevamo la grande comodita' dell'albergo. A Prato Capito infatti non c'era nulla nel rifugio (visibile nella prima foto alle spalle degli astrofili) in cui alloggiavamo. Si dormiva nel sottotetto con brandine e sacco a pelo e si cucinava a piano terra con fornelli da campo.

Queste esperienze ci hanno regalato momenti indimenticabili, forse per questo il desiderio di tornare in montagna con i telescopi e' ancora cosi' forte dopo piu' di venti anni. Ma qualcosa e' andato oltre l'esperienza "astronomica", infatti e' nata una salda e profonda amicizia tra molti dei partecipanti. Purtroppo con i piu' lontani non siamo riusciti a mantenere i contatti, ma con molti altri ci ritroviamo ancora oggi in goliardiche cene a parlare di astronomia e di altro... Personalmente avrei un gran piacere a rivedere anche tutti i partecipanti persi di vista. Chissa se grazie alla "globalita'" di Internet ci si possa riuscire!

Ciao a tutti!
Paolo
Ultima modifica di Paolo il 10 nov 2006, 1:15, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Massimo » 1 nov 2006, 20:26

Ciao,
me l'avevi detto che prima o poi me le facevi vedere le foto dei campi degli anni '80 in cui c'eri tu e Paolo R. !!!
La prima cosa che ho detto appena ho saputo che quel ragazzo eri tu è stato proprio quello che hai detto tu "mmmazza quanti capelli"!!!!  ;D
Paolo R. invece l'ho riconosciuto all'istante senza leggere, è quello più alto di tutti!!!! Gia allora era quasi 2m rispetto agli altri!!!!  :o  ;D
Cmq è vero, fa un certo effetto vedere le foto dei campi astronomici di una volta, oltre ad essere belle per il fatto di rivedersi come si era 20 anni fa,
è interessante anche vedere gli strumenti tipici che c'erano "allora".
Infatti nella seconda foto si vede chiaramente lo standard strumentale di quel tempo cioè il classico 114 o poco + e il classico rifrattore a lunga focale su montature che oggi farebbero ridere.
Lo strumento che svetta fra quelli sembrerebbe il classico (adesso!!) c8 che come mi raccontarono i due Paolo era uno strumento mostruoso!!! Ci credo perfettamente!!
Chi come me nn era nato ancora rimane sbalordito rispetto a quello che c'era solo 20 anni fa,  secondo me c'era mooolto più entusiasmo, c'erano strumenti in cui eri sempre e solo tu a fare la differenza, motori che erano un giochetto rispetto ai servo e passo-passo di adesso, go-to che nn si sapeva manco cosa fossero, montature della serie eq1 e eq2, eppure c'era tutto, rispetto ad adesso nn c'era niente eppure in un certo senso per ogni astrofilo di allora gia possedere qualcosa era una soddisfazione immane.
Adesso dire che fa quasi tutto il tele, l'autoguida, i motori e la CCD, secondo me nn è un'affermazione falsa, qualcuno forse mi contraddirà dicendo che nn è vero perchè ci sono persone che hanno strumentazioni uguali in cui ognuno riesce a tirare fuori qualcosa di diverso, ma rimango del parere che per ottenere qualcosa ci si sforzi molto di meno rispetto a prima.
Attenzione nn voglio dire che adesso fa schifo o che siamo incapaci però, grazie al progresso, cè stato una specie di rilassamento.
Io ho sentito dire da tanti astrofili che prima i campi erano stupendi, c'era chi faceva quello e chi insegnava quell'altro, la famosa fiera dell'astronomia di Milano era bellissima, adesso nn lo so, ma nn lo vedo più questo fervore, questo fuoco, per nn parlare della fiera di forli' che nn si avvicina nemmeno a quella che stava a Milano.
Vabbè credo che sia andato moltissimo Off Topic però rivedere le foto vostre di una volta mi ha fatto riflettere moltissimo tra quello che eravate e c'era allora e quello che siamo e che abbiamo adesso.
Forse sono io che la vedo così e che ho l'entusiasmo tipico del ragazzo che vuole fare "fulmini e saette" ma è anche vero che forse tutto quello che ho detto nn è errato e che è soltanto una mia visione.
Ciao  :)
Massimo  8)
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Messaggioda Simone » 2 nov 2006, 13:00

immagino i bei tempi che erano... ;)
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Messaggioda Paolo » 2 nov 2006, 18:54

Massimo, per quanto riguarda l'impegno dell'astrofilo alle prese con la propria strumentazione, credo ci sia un certo "bilanciamento" tra passato e presente. Voglio dirti un paio di cose, restando in ambito di fotografia astronomica.

Effettivamente l'astrofotografo di quei tempi aveva a che fare con strumenti meno precisi di quanto lo siano oggi, soprattutto in ambito meccanico. Di conseguenza c'erano piu' errori da correggere, sia nel puntamento che nella guida. Pensa che io non avevo neanche il motore sull'asse della declinazione e per guidare dovevo girare l'apposita manopola... non ti dico come traballava l'immagine quando correggevo in declinazione! In definitiva non c'era una grande probabilita' che le fotografie venissero bene.

Pero' prova ad immaginare quanto era elementare il telescopio di allora. Cavi elettrici? Nessuno. Al massimo uno solo, quello del moto orario per chi non disponeva di batterie incassate nella montatura. Al telescopio era collegata la macchina fotografica (rigorosamente meccanica) e basta.

Sicuramente hai visto in che condizioni siamo oggi. Da due o tre batterie parte una selva di fili elettrici che si collegano alla montatura e alle apparcchiature. Tutto il sistema e' avvolto da cavi, dalle due camere CCD escono fili per l'alimentazione, l'autoguida, il computer. Se non dovessero bastare possiamo aggiungere un paio di fasce riscaldanti anti-umidita' con i relativi cavi che avvolgono il tubo ottico... I software che gestiscono queste apparecchiature elettroniche hanno moltissimi parametri, e la messa a punto di tutto il sistema richiede molta pazienza e una discreta conoscenza in ambito informatico. Credo che il beneficio della guida automatica si sconti ampiamente con tutte queste necessita'.

Ammettendo pure che fin qui siamo pari, considera il fatto che con il digitale non abbiamo piu' bisogno del "fotografo" (nel senso del negozio...). Non ti dico quante pellicole a colori ma hanno irrimediabilmente danneggiato questi laboratori! Arrivare al risultato finale direttamente e', secondo me, la piu' grande rivoluzione della fotografia digitale. Inoltre questo apre le porte alla fotometria e all'astrometria in quanto l'astrofilo puo' accedere direttamente ai dati nativi (immagine CCD) e fare sofisticate elaborazioni.

In ultimo (ma forse e' la cosa piu' importante), le pellicole sono state rimpiazzate da nuovi sensori CCD che per le loro caratteristiche (dinamica, risoluzione, sensibilita' ad ampio spettro, ecc.), di cui non approfondisco i dettagli, che ci "vedono" tremendamente meglio! Non ti stupire se una fotografia CCD ripresa attraverso un piccolo telescopio amatoriale somiglia a quella fatta molti anni fa con un telescopio professionale da due metri di apertura con i metodi tradizionali.

Questo e' uno dei motivi per cui oggi ho lo stesso entusiasmo di venti anni fa. Credimi, e' come se ti fossi comprato un telescopio dieci volte piu' grande! Solo un veloce esempio che riguarda proprio Campo Felice. Guarda che differenza tra queste due foto alla Nebulosa Trifida... Quella in bianco e nero e' stata fatta al campo del 1985 con la pellicola, attraverso il Celestron 8 (60 min di posa). Quella a colori nel 2006 (sempre da Campo Felice) con la camera CCD collegata al Celestron 9.25 (24 min di posa per la luminanza). Credi che la differenza sia dovuta ai 3 centimetri e mezzo dello specchio?  ;)

Ciao!
Paolo

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Messaggioda Paolo Maria Ruscitti » 3 nov 2006, 18:12

Ciao Paolo,

mi avevi già spedito queste fotografie, ma a guardarle bene posso dire solamente una cosa... fantastico!

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Messaggioda Massimo » 4 nov 2006, 19:20

Ciao Paolo B.,
mi hai fatto una giusta domanda alla fine, però nn so a cosa ti riferisci di preciso.
Io così di botto risponderei che la foto di "oggi" è venuta meglio grazie a due fattori: la tua indubbia esperienza e anche i "strapoteri" della CCD.
Quello che volevo intendere io nel primo messaggio è che una volta c'era molto più entusiasmo grazie alle nuove tecnologie che proprio in quel periodo hanno fatto un salto increndibile.
Adesso più o meno le performance che ti da un rifrattore di piccolo diametro sono le stesse che ti da uno stesso strumento di 10 anni fa. Mentre 20 anni fa quando uscirono i primi apo erano chissa' cosa, mentre adesso sono strumenti eccezzionali ma molto più acquistabili e diffusi.
Cioè voglio dire, mentre adesso si potenzia sempre più quello che gia si ha (strumenti, CCD ecc.) , prima invece no, c'erano strumenti completamente nuovi, un'elettronica in generale mai vista prima.
Adesso tutti sappiamo da qualche anno cosè un CCD, una reflex digitale, un go-to, prima invece alla vista di questi nuovi strumenti c'era molto più interesse e stupore.
Inoltre prima c'era veramente l'astrofilo che spiccava di più rispetto agli altri, cioè quello che trascinava veramente, inventava, riusciva a risolvere sempre le difficoltà improvvise e era anche quello che alla fine riusciva a ottenere i risultati; adesso cè stato una specie di "appiattimento", cioè grazie alle tecnologie a basso costo tutti sono in grado di fotografare decentemente un quarto di luna e tutti più o meno riescono a fare una foto a lunga posa su una nebulosa anche con risultati carini, quindi riesce sempre più difficile individuare quell'Astrofilo con la A maiuscola che ancora oggi riesce a fare tutto e bene.
Questi astrofili ci sono tutt'oggi (meno male!!) e sono quei pochi che riescono ancora a muovere le masse e i giovani stimolandoli.
Per fortuna io mi trovo in mezzo a quest'ultimi.  ;)
Ciao
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Messaggioda Paolo » 6 nov 2006, 11:41

mi hai fatto una giusta domanda alla fine, però nn so a cosa ti riferisci di preciso.


Volevo evidenziare proprio gli "strapoteri", come li hai definiti tu stesso, del CCD, utilizzato assieme a delle buone meccaniche.

Comunque anche oggi, come in passato, mi sembra che ci sia una grande varieta' di risultati che riflettono il grado di esperienza di ogni astrofilo. Sicuramente, rispetto al passato, tutto e' spostato verso una maggiore qualita' grazie ai mezzi oggi a disposizione, pero' le differenze sono ancora molto evidenti.

L'entusiasmo, mi sembra questo l'argomento portante. Secondo me dipende fortemente dal singolo individuo, dal modo in cui vive i propri interessi, da quanta passione mette nel fare le cose. La seconda variabile e' data da come, a parita' di carattere, si e' interessati allo specifico argomento. Questo per tutta una serie di motivi che possono dipendere dalla propria cultura, dalla possibilita' di scambio di esperienze ed informazioni, oppure dal semplice fatto che l'argomento ci stimola marginalmente.

Resta il fatto che si diventa astrofili. C'e' chi matura la passione e aspetta molto tempo prima di acquistare uno strumento per osservare, chi per acquistarlo fa enormi sacrifici perche' lo desidera fortemente e c'e' anche chi compra un buon telescopio senza troppa convinzione, magari dietro lo stimolo di un conoscente o perche' ha un po' di curiosita' e pochi problemi economici. E quanti altri casi ci sono! Ma siamo tutti astrofili. Come sono astrofili anche quelli che non dispongono di alcuno strumento e che vivono la passione in modo blando oppure piu' intenso della nostra. E' la naturale casualita' delle cose, non ci si puo' fare niente...

La cosa piu' importante, caro Massimo, e' credere in quello che si fa. E mi sembra proprio che tu sia sulla buona strada. Continua cosi'!

Ciao!
Paolo
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Messaggioda Paolo » 6 nov 2006, 11:49

Paolo ha scritto:

mi avevi già spedito queste fotografie, ma a guardarle bene posso dire solamente una cosa... fantastico!


Anche io stento a credere a quanto tempo e' passato! Mi devi promettere che riusciamo a fare un incontro anche con Gianluca Di Renzo, mi farebbe estremamente piacere rivederci dopo tanti anni.

Ciao!
Paolo
Ultima modifica di Paolo il 6 nov 2006, 11:51, modificato 1 volta in totale.
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