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Flat

Le nuove tecniche per studiare e comprendere la natura di tanti fenomeni celesti.

Messaggioda Pering » 21 mag 2015, 10:59

Ieri ho visitato l'osservatorio "Berardi".
Situato su una piccola altura in ambiente sub urbano nel comune dell'aquila a poco più di 600mslm.
Alloggiato in giardino si presenta come una piccola casetta in legno vicino un laghetto con pesci rossi e ninfee, porta e finestra a due ante, completamente asportabile tramite ruote molto rubuste.
Abbiamo eseguito dei test su filtri a uso astronomico con la strumentazione professionale di cui l'osservatorio è dotato.

Tra le molteplici operazioni di cui sono completamente ignorante, c'era quella del flat. Operazione familiare a un astrofilo fotografo. E questa mattina dopo una bella dormita ci riflettevo e mi sono posto una marea di domande, in verità è una vita che ci penso di tanto in tanto.
Di solito per fare un flat si poggia sull'ottica messa in verticale puntando allo zenit, una fonte luminosa il più possibile uniforme.
Detta sorgente inonda di luce il nostro telescopio, mi immagino quei fotoni che rimbalzano da una parte all'altra fino a colpire il povero sensore, che stress!
Vuoi vedere che il flat dipende anche dalle pareti interne del telescopio?
Più le pareti riflettono più fotoni giungeranno a destinazione non vi pare?
E se mettessimo un filtro a specchio prima del sensore? un filtro che riflette i fotoni che provengono da riflessioni delle pareti e fa passare solo i fotoni perpendicolari che provengono dalla riflessione o rifrazione delle ottiche, sarebbe più giusto?
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Messaggioda mmorri2 » 21 mag 2015, 11:23

:)
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Messaggioda piero » 21 mag 2015, 12:12

:-o :-o :-o :-o :-o
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Messaggioda Marco Di Lorenzo » 21 mag 2015, 13:39

Se il flat è volto a correggere le sole disomogeneità nella risposta del sensore, la direzione di provenienza dei fotoni è di secondaria importanza. Diverso è se si vuole correggere la risposta di tutto il complesso sensore+ottiche, inclusa ad esempio la vignettatura... ma non credo che questo si possa definire una semplice correzione di flat-field, o sbaglio?
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Messaggioda Paolo Maria Ruscitti » 21 mag 2015, 21:25

Dal punto di vista dell'astrofotografo, il flat deve correggere la disuniformità di illuminazione (e risposta) dei vari pixel del sensore, quindi sia intriseca, sia indotta da polvere, vignettature varie e così via. Insomma tutto ciò che è generato dal treno ottico a partire dall'imboccatura del telescopio, per finire al sensore stesso.
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Messaggioda Paolo » 22 mag 2015, 11:20

Detto cosi' sembra che che io abbia ettari di parco! ;) Il laghetto misura un metro di larghezza! :D

Tornando in topic... Alla fine, la luce che inonda l'interno del telescopio mentre prendiamo il flat e' solo piu' intensa di quella che si mette in gioco durante le riprese del profondo cielo. Per questo va lasciato tutto nelle stesse condizioni di ripresa altrimenti la correzione non va a buon fine. Semmai potrei pensare ad eventuali differenze tra l'uso della flatbox davanti al telescopio oppure il fondo cielo (es. al crepuscolo e con movimento del campo per evitare eventuali immagini stellari). Probabilmente cambia poco e comunque si puo' verificare molto facilmente prendendo il flat in entrambe le situazioni e confrontando i risultati (sottrazione o divisione dei due flat).

Sul discorso della diffusione dentro il telescopio, le pareti nero fumo e i diaframmi dovrebbero tenerci al sicuro da una eccessiva luce parassita. Certo, se poi per collegare la camera CCD viene usato un raccordo cromato all'interno, abbiamo rovinato tutto! Credo che un filtro che taglia fasci di luce non perpendicolari potrebbe essere deleterio per rapporti focali spinti il cui fascio e' decisamente convergente. Non saprei...

Penso in definitiva che i flat eseguiti normalmente (flatbox o altro) svolgano correttamente il lavoro, se cosi' non fosse non si potrebbe mai avere una fotometria cosi' accurata come quella che conosciamo (curve di luce con dispersione dei dati piccolissima). Anche ad occhio si vede come la corretta applicazione del flat renda l'immagine priva di qualunque alterazione (ombre, vignettatura,...) ma questa e' una valutazione molto piu' grossolana dei conteggi per la fotometria.

Paolo
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