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Spettrometro B&W Tek - Science-Surplus

Le nuove tecniche per studiare e comprendere la natura di tanti fenomeni celesti.

Messaggioda Paolo » 17 set 2012, 0:54

Visto che Giuseppe ha qualche problemino con l'account del forum, apro io il topic per raccontare le prime prove che abbiamo fatto con lo strumento in oggetto. Pochi giorni fa infatti Giuseppe ha acquistato, ad un prezzo davvero basso (200 $), uno spettrometro molto particolare di derivazione "medicale". Il modello (BTC-110S) venduto a questa cifra e' completamente assemblato ma necessita di una taratura finale dei componenti ottici mentre, se non si ha tempo, perizia e pazienza per farlo, si puo' prendere gia' tarato ad una cifra che oscilla tra 400 e 500 euro.

Si presenta piccolissimo, in pratica una scatolina di 10 x 15 cm, alta 4 cm circa.

sp_01.jpg

Al suo interno uno spettroscopio completo in configurazione Czerny-Turner che fa uso di specchi per la collimazione del fascio ottico. Sembra davvero incredibile ma comprende anche la camera CCD! Questa utilizza un sensore monodimensionale Sony ILX511 da 2048 pixel rettangolari da 14 x 200 micron ciascuno.

sp_02.jpg

Nella presa "optical input" va inserita la fibra ottica (compresa nel pacchetto). Per fare una rapido test abbiamo collegato l'altra estremita' della fibra in un adattatore da 31.8mm per webcam, cosi' da poter analizzare la luce focalizzata dal telescopio.

sp_03.jpg

L'apparecchio si collega al PC tramite presa seriale che, non dovendo trasferire grandi immagini bidimensionali, non soffre di particolare lentezza nelle operazioni. Lo spettrometro infatti restituisce un vettore di dati, in pratica una lista di valori in formato standard CSV.

sp_04.jpg

Ciliegina sulla torta, lo strumento e' completo di software per l'analisi spettrale. E' possibile visualizzare i profili spettrali ma anche fare delle operazioni di pretrattamento come la sottrazione del dark. Naturalmente tutte le operazioni artimetiche possono essere anche fatte sui profili in formato grezzo scaricati sul PC. Noi abbiamo convertito il file CSV nel formato DAT leggibile da Visual Spec. Il profilo e' correttamente visualizzato dopo aver effettuato, sempre con Vspec, un semplice resample.

Il range abbracciato e' quello ottico, dal violetto all'IR, e gli spettri ottenibili rientrano nella categoria a bassa risoluzione (la dispersione e' di 4.5 Angstrom/pixel). Cio' nonostante, per la presenza della fenditura, questo strumento e' in grado di produrre uno spettro dai particolari piu' fini rispetto ad esempio allo Star Analyser 100:

sp_05.jpg

Presi dall'entusiasmo abbiamo fatto alcuni test su sorgenti di luce artificiale e su alcune stelle, tuttavia bisogna ripetere il tutto dopo il "fine-tuning" delle ottiche. Infatti al momento la dispersione spettrale forma un certo angolo con il sensore e questo provoca una leggera alterazione delle intensita' del continuo.

Una lampada a basso consumo (lampione):

sp_06.jpg

La stella Beta Pegasi. Un stella arancione di tipo spettrale M2.5II-IIIe. Non e' stata applicata la correzione per la risposta strumentale. Lo spettro e' dominato dalle bande di assorbimento dell'ossido di titanio.

sp_07.jpg

Le prove proseguiranno con lo spettrometro messo a punto, Un dato molto importante e' ovviamente la sensibilita' del sistema (essenziale per le luci stellari). In ogni caso ha gia' dimostrato una grande valenza didattica (utile anche per la verifica spettrale delle luci artificiali in un contesto di analisi dell'inquinamento luminoso), essendo compatto, rapido da utilizzare ed efficace nei risultati.

Ciao ciao
Paolo e Giuseppe.
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Messaggioda Paolo » 17 set 2012, 11:22

Dimenticavo il primo accessorio costruito da Giuseppe per far fronte al puntamento e alla guida:

sp_08.jpg


Fa uso di uno specchietto forato posto nel diagonale che permette l'uscita per la fibra ottica. Nel contempo da una camera di guida si puo' osservare se il target e' nella giusta posizione ed e' possibile usare una stella di campo per la guida.

Il vulcanico Giuseppe ha in lavorazione anche un sistema alternativo basato su un vetro semiriflettente. Il fascio ottico viene separato in due direzioni. In una si ha la maggior parte del flusso luminoso e finisce nella fibra. Nell'altra, perpendicolare, passa la restante piccola percentuale di luce e serve per il puntamento e la guida durante l'esposizione.

Questi sistemi, chiamati comunemente "split-mirror" sono fondamentali per poter usare gli spettroscopi che non hanno una fenditura "specchiata". Esistono varie soluzioni, tra cui questo con specchi a "mezza luna" utilizzato dal nostro Marco Leonardi:

viewtopic.php?f=22&t=2049

Marco ha inoltre provato per il suo spettroscopio Spectra L200 quasi tutti i sistemi di split mirror con lo spettroscopio collegato al telescopio, sperimentando il comportamento in presenza di flessioni meccaniche. In questo caso invece abbiamo una fibra ottica che toglie il problema del peso e delle conseguenti flessioni.

Ciao,
Paolo
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Messaggioda umberto » 17 set 2012, 23:01

Complimenti a Paolo per l'articolo molto interessante, congratulazioni al "lupo",lo dicevo io lui è sempre dietro l'angolo.Umberto
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