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Emissioni vulcaniche del satellite Io

Le nuove tecniche per studiare e comprendere la natura di tanti fenomeni celesti.

Messaggioda Paolo » 25 gen 2012, 14:07

E' una buona idea e penso anche che al limite si potrebbe prendere lo spettro del bagliore in punti alla stessa distanza dal pianeta ma verso i poli (non e' escluso che sul piano equatoriale si rilevi qualche traccia dell'emissione). Come dicevo, il grosso problema e' che a bassa dispersione il continuo si diffonde purtroppo all'interno delle zone di assorbimento, proprio come la luce di una stella luminosa nello spazio di cielo vicino. Dovrei provare ad usare il reticolo da 600 l/mm che distanzia gli assorbimenti e forse subisce meno la diffusione di luce.

A presto
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Messaggioda Paolo » 1 apr 2015, 17:01

Ancora li' la nube di sodio che avvolge il sistema di satelliti del pianeta gigante. Nulla di strano in quanto e' continuamente generata, tra alti e bassi, dalle emissioni vulcaniche sulla superficie satellite Io.

Osservazione del 30 marzo 2015 con spettro bidimensionale in falsi colori. Sulla sinistra la vista della camera di puntamento e guida con il pianeta, tangente alla fenditura, il cui alone genera lo spettro principale. Essendo luce solare riflessa, e' ben visibile il doppietto del sodio in assorbimento.

io_sodio_2015.jpg

La parte di fenditura sottostante "inquadra" una regione prospetticamente situata tra Giove ed Europa e vicina al satellite Io. La zona risulta completamente riempita di sodio eccitato, vista l'ampiezza delle righe spettrali in emissione evidenziate nell'ovale rosso (la D2 molto meno intensa della D1).

Pensavo che oggi, grazie alla funzione di guida di Astroart, apprezzare le dimensioni della nube con una serie di osservazioni in cui viene spostato il campo rispetto alla fenditura (vedi esperienza sopra) e' davvero semplice. Consiglio a tutti coloro che hanno uno spettroscopio a fenditura a bassa o media risoluzione di cimentarsi in questa interessante esperienza.

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Messaggioda Marco Di Lorenzo » 1 apr 2015, 19:42

Paolo, semplicemente spettacolare! :ymapplause:
Inutile dire che un articoletto su AliveUniverseImages a tal proposito è fortemente auspicabile! ;)
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Messaggioda Paolo » 2 apr 2015, 14:01

Grazie Marco! Cerchero' di trovare il tempo per scrivere due righe. E' sempre un piacere pubblicare sul mitico blog!

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Messaggioda Castoro » 4 mag 2015, 10:44

Lavoro molto interessante! Prossimamente con la strumentazione a mia disposizione cercherò di effettuare anche io qualche misurazione. Intanto segnalo che sono stati scoperti altri due vulcani (notizia pubblicata qualche giorno fa su Astronomical Journal). Lo studio è stato condotto anche da ricercatori dell’università di Genova usando i dati di LBT. http://www.lbto.org/loki-fizeau-2015.html
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Messaggioda Marco Di Lorenzo » 4 mag 2015, 13:51

Per chi non vuole leggere l'articolo in inglese, ricordo che Elisabetta ha scritto questo post sull'argomento:
http://aliveuniverseimages.com/flash-ne ... tato-su-io
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Messaggioda Paolo » 4 mag 2015, 14:17

Grazie Lorenzo, la pagina che ci hai segnalato e' davvero interessante! Impressionante vedere a che punto siamo arrivati con le tecnologie osservative. I telescopi sono sempre sulla superficie terrestre, eppure riusciamo a risolvere particolari ultrafini. La combinazione dell'interferometria con la LMIRcam per l'infrarosso e' stata una soluzione geniale per lo studio del satellite di Giove.

L'occultazione di Io (sul quale sono visibili diverse aree vulcaniche) da parte di Europa e' fantastica!

Purtroppo non ho mai dedicato il tempo necessario per fare una "scansione" sistematica della nube di sodio che avvolge il sistema. Meriterebbe moltissimo, queste sono osservazioni uniche e davvero affascinanti.

Di quale strumentazione disponi? Per una localizzazione della nube credo sia sufficiente (ed efficiente visto che si possono ridurre i tempi di esposizione) lavorare a bassa risoluzione, con il doppietto non risolto. L'analisi delle due righe del sodio separate richiede una risoluzione maggiore (almeno R 2000-3000) ma, per la mia esperienza, occorre una grande apertura per ottenere uno spettro decente, specie se la nube non e' alla massima intensita' (ho notato molta variabilita', a volte non ho registrato alcuna emissione nonostante operassi a bassa risoluzione).

Grazie anche a Marco per la segnalazione dell'articolo di Elisabetta!

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Messaggioda Castoro » 4 mag 2015, 15:22

Mi servirà sicuramente del tempo per poter imparare ad usare la strumentazione ma l’osservatorio con cui la mia università collabora ha un telescopio da 0.8 m con rapporto focale F/8, è possibile usare uno spettrometro Echelle con una risoluzione K=12000 munito di lampada al ThAr per la calibrazione, con un apertura massima di 2.6 arcsec. La prossima nottata in osservatorio proverò a puntare Io… ma temo che i tempi di integrazione dovranno essere parecchio lunghi.
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