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Colore

Discutiamo qui dell'hardware e dei software astronomici per l'elaborazione grafica, planetari, interfacce per strumenti e altro.

Messaggioda Pering » 13 ago 2011, 9:49

Il colore è un aspetto molto soggettivo.
Comunque certi colori possono essere messi in corrispondenza con la radiazione emessa
Per esempio la radiazione dell'idrogeno alfa si colloca nel rosso vermiglio che è un rosso aranciato
Mentre l'SII è un rosso cardinale, quindi molto più acceso
L'OIII è un verde bluastro.
Con l'rgb quindi in tricromia si opera con filtri a banda molto larga, quindi il risultaro è molto approssimato.
In questi ultimi anni la tecnologia è andata molto avanti ma in fatto di colore siamo ancora agli inizi.
Con l'uso dei filtri a banda stretta abbiamo fatto un balzo avanti ma poi non siamo capaci di gestire i risultati
Come per la tricromia rgb anche per i filtri a banda stretta dovrebbe esistere nei programmi di elaborazione dedicati la funzione relativa per esplicitare i colori nel modo piú realistico possibile.
Pering
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Messaggioda Paolo » 16 ago 2011, 16:40

Tanto per chiacchierare...

Sebbene la percezione del colore sia un processo soggettivo ed individuale, i sensori del nostro occhio si comportano in modo non molto diverso da quanto fanno i sensori digitali unitamente ai filtri RGB.

I coni infatti hanno una sensibilita' diversa a seconda della lunghezza d'onda. Ognuno dei tre tipi di coni ha una sua curva di risposta, proprio come il risultato di un filtraggio ottico RGB.

Queste sono le curve delle nostre cellule sensibili alla luce (solamente i coni, i bastoncelli sono tutti ugualmente sensibili alle diverse lunghezze d'onda):

cones.gif
cones.gif (10.83 KiB) Osservato 825 volte

mentre questo e' un esempio del filtraggio di un set L-RGB Astrodon:

AstrodonLRGB_EYellow.gif

Le curve di risposta non sono esattamente uguali, quelle dei coni del nostro occhio hanno un massimo non coincidente con il rosso, il verde ed il blu ma, rispettivamente, con il giallo-arancio, il verde-giallo ed il violetto. Due curve (rosso e verde) sono molto vicine mentre quella del violetto e' abbastanza distanziata. Le curve di risposta dei filtri hanno un profilo rettangolare mentre quelle dei coni sono a campana.

Non volevo pero' parlare delle differenze tra queste curve ma piu' semplicemente farti notare come la ripresa con filtri RGB (a banda passante larga) sia il modo di catturare il colore piu' simile a quanto fanno le cellule del nostro occhio. I filtri a banda stretta sono lontanissimi dal poter restituire una colorazione realistica perche' la loro banda passante e' una microscopica "fessura" che taglia la quasi totalita' dell' energia luminosa emessa dal soggetto, comprese tutte le sfumature di colore (quando presenti).

C'e' anche un'aggravante, non esiste un filtro a banda stretta per la regione del violetto/blu. L'ultima finestra utile verso le alte frequenze e' quella dell'idrogeno beta (verde/azzurro). Sempre nell'ipotesi di restituire una colorazione realistica basata su una "rappresentanza" di almeno uno dei colori di base, cioe' blu, verde e rosso, potremmo avere l'h-alfa per il rosso e l'OIII per il verde, entrambi ben collocati, ma cosa mettiamo nel canale del blu? Lo zolfo SII cade nel rosso come l'h'alfa (e' molto vicino), l'H-beta e' molto vicino al verde dell'OIII, insomma rimane un canale scoperto. Ovviamente se non esiste nulla nel blu non e' colpa dei progettisti di finestre ottiche ma della mancanza (purtroppo) di un gas nebulare che emetta con una sufficiente intensita' ad una precisa lunghezza d'onda come fanno ad esempio l'idrogeno nel rosso e l'ossigeno nel verde.

Con l'rgb quindi in tricromia si opera con filtri a banda molto larga, quindi il risultaro è molto approssimato


Ti sembrera' strano ma attualmente il miglior modo di prendere il "vero" colore di un soggetto resta il filtraggio RGB con le sue varianti e i vari problemi legati alla presenza dell'inquinamento luminoso. Che poi l'uso dei filtri narrow consentono di vedere molti piu' dettagli nelle nebulose ad emissione e' vero ma la difficolta' di integrare poi i frames in una composizione RGB a colori naturali e' enorme (da considerare che il colore delle stelle e' quasi perso completamente). D'altra parte i soggetti non sono solo le nebulose ad emissione ma anche quelle a riflessione e le galassie. In questo caso i soli filtri narrow fanno ben poco.

Con l'uso dei filtri a banda stretta abbiamo fatto un balzo avanti ma poi non siamo capaci di gestire i risultati

Questi filtri sono stati inventati per uso scientifico. Sono stati adottati anche dagli amatori in quanto "oltrepassano" l'inquinamento luminoso permettendo di produrre eccellenti immagini monocromatiche oppure tentando combinazioni particolari finalizzate piu' a differenziare le proprieta' chimico-fisiche dei gas nebulari che a produrre colori realistici. La Hubble Palette e' un grandioso esempio.

Come per la tricromia rgb anche per i filtri a banda stretta dovrebbe esistere nei programmi di elaborazione dedicati la funzione relativa per esplicitare i colori nel modo piú realistico possibile.

Per i motivi visti sopra e' molto difficile. Comunque e' data la possibilita' di assegnare ai tre canali qualunque ripresa filtrata, potendo perfino miscelare percentualmente la stessa ripresa su piu' canali. La tecnica che secondo me si avvicina piu' ad ottenere una colorazione realistica e' quella "bicolor" piu' volte usata dal nostro Max e che fa uso di riprese Ha e OIII solamente. In un vecchio topic ha fornito il link dal quale ha appreso tutti i dettagli.

Puff... quante chiacchiere! ;)
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Messaggioda mmorri2 » 16 ago 2011, 17:20

ma molto interessanti...
mmorri2
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Messaggioda Pering » 18 ago 2011, 16:42

Grande Paolo :ymapplause: :ymapplause:
una spiegazione veramente esauriente.
Non sapevo che l'occhio umano avesse tre tipi di recettori come i pixel di un cmos.
Quindi il nostro modo di vedere è più simile a quello di un ccd che a a quello di una pellicola fotografica.
In questi giorni di ferie ho avuto modo di giocherellare con le foto fatte a fonte vetica in lrgb e anche insieme a Tullio abbiamo cercato di fonderli con le belle riprese in halfa fatte da casa.
I risultati sono deludenti, specie per me che do molta importanza alla forma e al colore delle stelle.
Alla fine del processo la nebulosa appare più dettagliata e visibile, ma non tanto come nella foto halfa, di contro le stelle si comprimono si decolorano e si alonano.
Io adotto il metodo di sommare al canale rosso l'halfa dopo aver reso uguale il background.
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