Re: Lampade di calibrazione per spettroscopia
Inviato: 12 ago 2015, 1:46
Ciao Nico, vi tornera' utile avere piu' lampadine... La loro vita utile non e' lunghissima e potrai combinarle assieme per avere una maggiore intensita' luminosa.
Io ho usato resistenze da 1/4 di Watt, non ho notato surriscaldamenti anche lasciandola accesa per un paio di minuti.
Le alternative che vedono l'uso delle lampade all'interno dello spettroscopio sono entrambe valide secondo me. Il circuito stampato dell'elevatore di tensione andrebbe pero' ridisegnato perche' credo che quello delle macchine fotografiche usa e getta sia un po' troppo grande per essere psozionato all'interno.
Per quanto possa sembrare strano, una serie di lampadine sull'apertura del telescopio rappresenta la soluzione che offre maggior precisione. Devono pero' essere tante, non solo per fare luce ma soprattutto per evitare lo shift dello spettro che si avrebbe usando una sorgente puntiforme (come quella di una sola Relco). Infatti, quando si e' un po' fuori fuoco, le righe appaiono sempre sottili ma leggermente shiftate. Con una sorgente puntiforme non si riesce a mettere a fuoco (e' sempre tutto a fuoco!). Lo shift dovrebbe azzerarsi ponendo la lampada nel punto ad est (oppure ovest) dell'apertura se la fenditura e' orientata est-ovest. Per essere piu' sicuri, cioe' fare in modo che si apprezzi quando le righe sono a fuoco o meno, si deve "riempire" l'apertura con le luci. Potrebbe andare bene disporne 8 angolarmente equidistanti sul bordo del tubo, in modo che siano viste dallo specchio principale.
Con le lampade Filly io ho costruito questa specie di flatbox (senza plexiglass altrimenti non basta la luce) con 4 lampade:
Nota che le sorgenti non sono "puntiformi" come le Relco.
L'altro grande vantaggio di usare le lampade di calibrazione davanti all'apertura con il Lhires III (lavorando in alta risoluzione) riguarda la possibilita' di misurare con altissima precisione le velocita' radiali. Come sai il LHires III e' soggetto a flessioni meccaniche e movimenti termoelastici, significa che lo spettro trasla leggermente durante l'integrazione.
Osservando nell'H-alfa riusciamo a calibrare con grande precisione grazie alle righe telluriche. Righe del genere (sottili e poco invadenti) purtroppo non si trovano in altri intervalli spettrali. Osservando nel verde o nel blu non abbiamo quindi righe atmosferiche per verificare la nostra calibrazione. Qui vengono in aiuto le lampade esterne... Una (in asse alla fenditura) o poche di esse vanno lasciate accese durante l'integrazione. Lo spettro sara' cosi' sovrapposto ad alcune righe della lampada. Ogni frame puo' essere calibrato in modo molto preciso usando queste righe che, nel profilo estratto, scompaiono grazie alla sottrazione del fondo cielo.
Puo' sembrare strano ma questa e' una tecnica da non sottovalutare. E' solo richiesto che il soggetto non sia debolissimo altrimenti risulta difficile togliere le righe della lampada (possono restare degli artefatti). In ogni caso, se l'obiettivo e' quello di misurare la posizione di righe del target per conoscere con precisione la velocita' radiale, la presenza delle sottili righe della lampada nello spettro puo' non essere problematica.
In questo caso quindi, non sarebbe male lasciare il neon interno (visto che lavorate molto spesso nella regione della riga H-alfa) e predisporre una "corona" di lampadine Relco per altri lavori.
Paolo
Io ho usato resistenze da 1/4 di Watt, non ho notato surriscaldamenti anche lasciandola accesa per un paio di minuti.
Le alternative che vedono l'uso delle lampade all'interno dello spettroscopio sono entrambe valide secondo me. Il circuito stampato dell'elevatore di tensione andrebbe pero' ridisegnato perche' credo che quello delle macchine fotografiche usa e getta sia un po' troppo grande per essere psozionato all'interno.
Per quanto possa sembrare strano, una serie di lampadine sull'apertura del telescopio rappresenta la soluzione che offre maggior precisione. Devono pero' essere tante, non solo per fare luce ma soprattutto per evitare lo shift dello spettro che si avrebbe usando una sorgente puntiforme (come quella di una sola Relco). Infatti, quando si e' un po' fuori fuoco, le righe appaiono sempre sottili ma leggermente shiftate. Con una sorgente puntiforme non si riesce a mettere a fuoco (e' sempre tutto a fuoco!). Lo shift dovrebbe azzerarsi ponendo la lampada nel punto ad est (oppure ovest) dell'apertura se la fenditura e' orientata est-ovest. Per essere piu' sicuri, cioe' fare in modo che si apprezzi quando le righe sono a fuoco o meno, si deve "riempire" l'apertura con le luci. Potrebbe andare bene disporne 8 angolarmente equidistanti sul bordo del tubo, in modo che siano viste dallo specchio principale.
Con le lampade Filly io ho costruito questa specie di flatbox (senza plexiglass altrimenti non basta la luce) con 4 lampade:
Nota che le sorgenti non sono "puntiformi" come le Relco.
L'altro grande vantaggio di usare le lampade di calibrazione davanti all'apertura con il Lhires III (lavorando in alta risoluzione) riguarda la possibilita' di misurare con altissima precisione le velocita' radiali. Come sai il LHires III e' soggetto a flessioni meccaniche e movimenti termoelastici, significa che lo spettro trasla leggermente durante l'integrazione.
Osservando nell'H-alfa riusciamo a calibrare con grande precisione grazie alle righe telluriche. Righe del genere (sottili e poco invadenti) purtroppo non si trovano in altri intervalli spettrali. Osservando nel verde o nel blu non abbiamo quindi righe atmosferiche per verificare la nostra calibrazione. Qui vengono in aiuto le lampade esterne... Una (in asse alla fenditura) o poche di esse vanno lasciate accese durante l'integrazione. Lo spettro sara' cosi' sovrapposto ad alcune righe della lampada. Ogni frame puo' essere calibrato in modo molto preciso usando queste righe che, nel profilo estratto, scompaiono grazie alla sottrazione del fondo cielo.
Puo' sembrare strano ma questa e' una tecnica da non sottovalutare. E' solo richiesto che il soggetto non sia debolissimo altrimenti risulta difficile togliere le righe della lampada (possono restare degli artefatti). In ogni caso, se l'obiettivo e' quello di misurare la posizione di righe del target per conoscere con precisione la velocita' radiale, la presenza delle sottili righe della lampada nello spettro puo' non essere problematica.
In questo caso quindi, non sarebbe male lasciare il neon interno (visto che lavorate molto spesso nella regione della riga H-alfa) e predisporre una "corona" di lampadine Relco per altri lavori.
Paolo