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Lampade di calibrazione per spettroscopia

Le nuove tecniche per studiare e comprendere la natura di tanti fenomeni celesti.

Messaggioda marcoleo » 7 set 2015, 21:17

Grazie Umberto per aver postato lo spettro delle lampade + stella.

umberto ha scritto:la quantità di luce prodotta dalle 12 lampade non è sia sufficente per illuminare bene le righe nel blu.


Vedendo la tua foto forse può essere di aiuto posizionare le lampade 1 cm di più verso il centro della lastra per poter rendere più efficacie l'illuminazione nel gioco tra specchio primario e secondario.

Ciao,
Marco Leonardi
marcoleo
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Messaggioda umberto » 9 set 2015, 0:13

Salve Marco, lo spettro che ho postato precedentemente era un prova non curata bene.Dopo varie ritocchi questo che posto è lo spettro delle lampade dalla posa di 4 min.Si tratta ora di vedere se la luminosità delle righe è sufficiente al programma ISIS per identificare le lunghezze d'onda che ha nel setup per la calibrazione automatica.Saluti Umberto
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Lamp Relco 4 min.jpg
umberto
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Messaggioda nico » 3 mag 2018, 15:10

Ciao a tutti.
Dopo anni riesumo questa discussione perchè nel nostro nuovo osservatorio stiamo cercando di rimontare lo spettroscopio LHires sul nuovo telescopio SC da 14" in modo da poterlo usare anche da remoto e già che c'eravamo stavamo pensando a come usare nel modo più proficuo possibile le 20 lampade Relco che abbiamo accuistato a suo tempo.
Ho rivisto la realizzazione di Umberto riguardo la corona all'interno del paraluce e vorrei alcuni chiarimenti sulla sua soluzione e sulla questione in generale.

Se non erro, nel tuo caso, le lampade usate sono alimentate direttamente a 220V, o mi sbaglio Umberto?
In tal caso, non c'è il rischio che l'umidità che in alcune sere dalle nostre parti arriva anche a far gocciolare il tubo, possa creare un qualche pericolo di corto circuito o simile?

Un altro dubbio riguardo questa configurazione con le lampadine posizionate proprio davanti alla lastra correttrice è il seguente.
Ho letto che tutte le lampadine davanti alla lastra non dovrebbero creare grossi problemi di diaframmatura o riflessi vari, ma mi chiedo (forse ignorantemente) se con le lampade spente, la luce delle stelle che attraversa anche i bulbi delle lampade contenneti i gas in questione (Ne + Ar + altro) non possano generare nello spettro finale delle righe di assorbimento spurie derivate appunto dai gas delle lampadine invece che dalla stella stessa.
Forse è un dubbio stupido, vista la quantità di gas in gioco, ma oso comunque chiederlo.

Ho visto inoltre che Umberto parla di tempi di posa piuttosto lunghi (dell'ordine dei 4 minuti) per ottenere le righe nella parte blu con un adeguato rapporto S/N.
Sinceramente mi sembrano tempi piuttosto lunghi, anche perchè notavo, da una breve prova che ho fatto con una sola lampadina posizionata sulla bocca dello spettroscopio (non sulla bocca del telescopio) che con 20 secondi il segnale fosse più che accettabile...
Immagino che una tale differenza di tempi sia imputabile alla diversa disposizione delle lampade rispetto allo spettroscopio.

La mia idea era invece di adoperare un'altra soluzione che poteva risolvere alcune questioni di sicurezza e praticità, ma che però non so quanto sia efficace in quanto non ho idea della effettiva quantità di luce emessa e dei relativi tempi di posa necessari.
Avendo un telescopio SC da 14", pensavo di creare un pannello con una ventina di lampadine Relco disposte su una corona di diametro di circa 25 o 30 cm e poi fissarla ad una parete dell'osservatorio (così come abbiamo fatto per il flat field usando una plafoniera led di 60 cm X 60 cm).
Quando ci sarà da fare l'immagine delle lampade di riferimento (al netto di tutti i problemi citati di flessioni ecc... che complicheranno un po' la vita), punterei il telescopio verso questo pannello di lampade Relco e farei le riprese.
In questa posizione la lastra correttrice del telescopio si troverebbe ad una distanza di circa 1 metro dal pannello.
Purtroppo non ho idea di quanta luce possa vedere effettivamente lo spettroscopio in questo modo....

Spero di avervi fatto capire quali sono i miei dubbi e le mie idee in merito.
Ogni vostra idea, commento o suggerimento è ben accetto.

Saluti
Nico
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Messaggioda umberto » 4 mag 2018, 19:08

Ciao Nico, l'impianto di alimentazione delle lampade Relco dovrà essere realizzato in base alla normativa CEI 64-48 dovrà altresì essere del tipo IP55. Io l'ho corredato di un interruttore bipolare di modo che la tensione 220V sia presente solo per il tempo necessario per fare una lampada di calibrazione dalla durata di circa 1 min.
Le lampade le ho posizionate su un anello di plastica esattamente sulla circonferenza della lastra correttrice proprio sopra l'anello di tenuta, quindi non impediscono il passaggio di fotoni quando sono spente.
Quando si fa la lampada la stella deve essere posizionata al di fuori della fenditura altrimenti si ottiene un frame con le righe della lampada e lo spettro della stella.
L'altra tua soluzione del pannello da posizionare alla distanza di 1 metro comporta lo spostamento del telescopio dal target ed un tempo di posa sicuramente superiore al minuto per l'eccessiva distanza delle lampade dall'ottica, visto la fievole luce prodotta dalle lampade Relco.
Non dimenticare Nico che per accendere una lampada Relco dovrai inserire 2 resistenze da 68 Kohm.
Vedasi download/file.php?id=9271&mode=view
Saluti
Umberto
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Messaggioda Fab » 4 mag 2018, 22:36

Ciao.

Umberto, i bulbi dello starter relco vanno usati secondo le normative che tu hai giustamente citato soltanto se utilizzati in conformità all'uso del quale sono destinati. Ossia come starter dentro la plafoniera su uno zoccolo e il tutto a norma.

Se tu li smonti, ne togli il contenitore, togli il condensatore di carica e ci metti delle resistenze per farne altro uso, le norme da te citate non valgono più. Vale solo il buon senso....
Fab
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Messaggioda umberto » 5 mag 2018, 0:00

Fabrizio, bisogna evitare assolutamente il pericolo di contatto con la tensione 220Volt.
Se non si è esperti di impianti elettrici è opportuno rivolgersi ad un impiantista per far realizzare il circuito di alimentazione in totale sicurezza.Umberto
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Messaggioda Paolo » 5 mag 2018, 0:02

Ciao Nico, ben risentito. Provo a rispondere a un paio di domande.

Quando la Relco non e' alimentata, gli atomi che compongono il gas non sono eccitati e mi aspetto che non ci sia alcun processo di emissione/assorbimento, almeno nel visibile. Questo a prescindere dalla densita' del gas. La prova e' comunque semplicissima, una sorgente alogena e la Relco spenta davanti alla fenditura. Se vedi qualche riga...

Ti sconsiglio vivamente di usare un pannello di Relco da apporre sulla parete interna dell'osservatorio. Con il Lhires III, secondo me il rischio di mandare a monte la calibrazione e' elevatissimo, considerando proprio gli effetti delle flessioni che manifesta ad ogni minimo cambio di posizione. Pensa che al momento mi fido solo di una lampada prima e dopo ogni singolo frame, senza spostare nulla.

La soluzione piu' rapida e' senz'altro la corona di Relco davanti all'apertura del telescopio. Un'alternativa che funziona benissimo con soggetti non troppo deboli e' quella di posizionare (opportunamente) una sola relco sul bordo dell'apertura e tenerla sempre accesa durante l'integrazione. Questa tecnica permette di ottenere la piu' precisa calibrazione in lunghezza d'onda (usando il lateral mode in ISIS) ma sovrappone le righe Ar-Ne sullo spettro del target. In teoria queste vengono rimosse con il processo di sottrazione del fondo cielo ma a volte, magari per un lieve cambio di fuoco durante un'integrazione, potrebbero rimanere dei piccoli artefatti nello spettro.

Non avete pensato di acquistare il modulo di calibrazione del nuovo Lhires III oppure di costruirlo, es. con Arduino? Sarebbe di gran lunga la soluzione migliore.

Tienici informati,
Paolo
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Messaggioda nico » 5 mag 2018, 0:55

Grazie mille per le risposte.
Ci dovrò riflettere un po' su....

Mi sarebbe venuta in mente anche un'altra soluzione, forse un po' fantasiosa ed ottimistica, della cui efficacia e sulla cui realizzabilità pratica però non ho certezze.
E se usassi una cavo di fibra ottica di diametro 2 mm (o addirittura 3 o 5 mm) e lunghezza intorno ad 1 metro, dove da una parte metto la testa della fibra a contatto con una lampadina Relco e dall'altra cerco di inserirla nell'LHires magari attaccato in qualche modo insieme al meccanismo mobile che attualmente contiene la lampada al Neon interna.

I dubbi maggiori che ho sarebbero i seguenti:
1) Una fibra ottica tipo quella del link qui di seguito ( http://amzn.eu/cYJskNX ), potrebbe avere problemi di banda passante, ossia non farmi vedere le righe almeno dai 4000 A ai 9000 A?
2) Tale fibra ottica creerà necessariamente una attenuazione dovuta a vari fattori...
Pur posizionandola all'interno dell'LHires cercando di farla finire proprio davanti alla fenditura (praticamente come è l'originale lampada al Neon) parte della luce andrà certamente persa.
C'è il rischio che poi alla fine sia troppo debole?

L'idea è totalmente da scartare secondo voi?
Probabilmente sì, ma vorrei sapere la vostra idea in merito e anche se qualcuno ha mai provato una cosa simile.

P.S.
Paolo, abbiamo anche pensato di acquistare il modulo della Shelyak, ma visto il costo volevamo vedere se esisteva una soluzione artigianale a più basso costo che garantisse un risultato almeno accettabile.

Grazie
Nico
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