Sergio... no no, non esageriamo... le approssimazioni che vanno bene a me potrebbero non essere condivise da altri. Ovviamente anche io ho esposto sulla base dell'esperienza personale. Tra l'altro il discorso e' piuttosto lunghetto ed e' difficile condensarlo in un post. Ad esempio non ho trattato a livello pratico i passi necessari per giungere al risultato finale. Consiglio a Brunello e in generale a chiunque sia agli inizi con il digitale di affiancarsi ad una persona piu' esperta se possibile. Si accelera moltissimo l'apprendimento e, una volta acquisita una conoscenza di base, e' divertente passare a sperimentare tecniche piu' raffinate.
In ogni caso si possono seguire anche dei validi tutorial come quello segnalato da Max, raccolti nella pagina dedicata alle elaborazioni della Sezione Astrofotografia del sito UAI:
http://astrofotografia.uai.it/modules.p ... age&pid=11Spesso i tutorial sono legati ad una particolare tipologia di sensore e/o specifico software di elaborazione, bisogna quindi fare attenzione visto che lo scopo e' quello di seguirli passo passo operando sul proprio PC. Ad esempio se si lavora con Astroart non risultano molto utili i tutorial basati su Maxim DL o Deep Sky Stacker...
Approfitto per fare una precisazione sul flat frame. Nel dire che lo scopo e' quello di "spianare" il fondo cielo mi riferisco a campi di ripresa relativamente piccoli (pochi primi). Con campi di un grado o piu' il fondo non verra' mai spianato a causa dei gradienti di luminosita' del fondo cielo. La correzione con il flat in questi casi quindi compensa la vignettatura e gli ostacoli sul percorso ottico (e le variazioni di efficienza quantica dei pixel) ma purtroppo ci potremmo facilmente ritrovare con il fondo non uniforme (a me capita spesso usando il Miniborg45).
Inoltre, a proposito del tipo di luce da usare con la flatbox, dipende anche qui dal grado di precisione desiderata. Nei casi in cui e' richiesta una calibrazione rigorosa, visto che le variazioni di efficienza quantica da pixel a pixel dipendono dalla lunghezza d'onda della luce incidente sul sensore, la luce per produrre il flat dovrebbe essere di frequenza simile a quella del soggetto da studiare. Se il nostro obiettivo e' quello di spianare il piu' possibile il fondo cielo di un'immagine presa senza filtri, la luce del flat dovrebbe in teoria essere simile a quella emessa dalle lampade artificiali che rischiarano il fondo (molto spesso giallo-arancio e con varie emissioni a banda stretta). In questo caso un flat illuminato da una sorgente a spettro continuo non e' l'ideale. Ma parliamo di calibrazioni molto raffinate e condizioni particolari... Con l'obiettivo di togliere ombre di particelle su sensore/filtri e rimuovere la vignettatura, la lunghezza d'onda e' ininfluente e si puo' usare qualunque tipo di lampada con la flatbox.
Ciao ciao
Paolo