Re: Test sulla linearità della SXp SXVR-H18
Inviato: 10 feb 2021, 19:31
Buonasera a tutti.
Dall'andamento rilevato della linearità della dinamica dell'H18 in mio possesso ho voluto quantificare in numeri quello che visivamente si evince dal grafico "scostamento dei valori trovati degli ADU rispetto quelli ideali della retta d'interpolazione" del precedente messaggio.
Quantificare numericamente tali scostamenti permette di valutare l'errore massimo sulla stima delle magnitudini che il nostro sensore ci permette di rilevare (gli ADU registrati).
Vista la presenza di scostamenti numerici di piccola entità, peraltro sia positivi che negativi, ho adottato la media quadratica degli scostamenti tra i valori in ADU rilevati (normalizzati per il flusso proveniente dalla sorgente) e quelli della retta d'interpolazione (assunti come valori "veri").
Ebbene, come si evince dalla tabella delle misure fatte (allegata al messaggio), la media quadratica di tale errore è pari a 0.018 che per la relazione di Pogson suggerisce una capacità di stimare la luminosità di una sorgente celeste con un'incertezza massima di 0.019 magnitudini (per quella "banda" della dinamica testata che va da 700 a 48000 ADU).
Tale valore è buono, ma dovrebbe essere migliore (normalmente per i CCD è intorno al centesimo di magnitudine). Appena mi rientra l'H18 (dopo 20gg è finalmente arrivata ad un hub dell'UPS vicino a Londra ma è ancora li ferma per la brexit ) proverò a sondare la "zona bassa" della dinamica del sensore, campionando, come detto, con maggior frequenza l'andamento del flusso luminoso proveniente dalla sorgente, ma anche aumentando opportunamente i tempi di posa per registrare tali minimi valori di illuminamento. In tal modo avremo una ulteriore verifica, o meno, di quanto registrato e potremo trarre conclusioni ancor più certe.
Giorgio
Dall'andamento rilevato della linearità della dinamica dell'H18 in mio possesso ho voluto quantificare in numeri quello che visivamente si evince dal grafico "scostamento dei valori trovati degli ADU rispetto quelli ideali della retta d'interpolazione" del precedente messaggio.
Quantificare numericamente tali scostamenti permette di valutare l'errore massimo sulla stima delle magnitudini che il nostro sensore ci permette di rilevare (gli ADU registrati).
Vista la presenza di scostamenti numerici di piccola entità, peraltro sia positivi che negativi, ho adottato la media quadratica degli scostamenti tra i valori in ADU rilevati (normalizzati per il flusso proveniente dalla sorgente) e quelli della retta d'interpolazione (assunti come valori "veri").
Ebbene, come si evince dalla tabella delle misure fatte (allegata al messaggio), la media quadratica di tale errore è pari a 0.018 che per la relazione di Pogson suggerisce una capacità di stimare la luminosità di una sorgente celeste con un'incertezza massima di 0.019 magnitudini (per quella "banda" della dinamica testata che va da 700 a 48000 ADU).
Tale valore è buono, ma dovrebbe essere migliore (normalmente per i CCD è intorno al centesimo di magnitudine). Appena mi rientra l'H18 (dopo 20gg è finalmente arrivata ad un hub dell'UPS vicino a Londra ma è ancora li ferma per la brexit ) proverò a sondare la "zona bassa" della dinamica del sensore, campionando, come detto, con maggior frequenza l'andamento del flusso luminoso proveniente dalla sorgente, ma anche aumentando opportunamente i tempi di posa per registrare tali minimi valori di illuminamento. In tal modo avremo una ulteriore verifica, o meno, di quanto registrato e potremo trarre conclusioni ancor più certe.
Giorgio